Su consiglio dell'amico e super-blogger Mattia, un paio di giorni fa ho visto il pilot di "Fringe", la nuova serie televisiva ideata dal grande J.J. Abrams, il creatore dei già citati "Cloverfield" e "Lost". Sembra che anche questa volta l'autore sia riuscito a fare centro, dando vita ad uno scenario narrativo che di certo appassionerà milioni di telespettatori in giro per il mondo.
Protagonista della storia è Olivia Dunham, agente speciale dell'FBI interpretata da Anna Torv che verrà coinvolta in una cospirazione su scala globale. Una misteriosa organizzazione, che sembra essere più potente e introdotta nel sistema di qualsiasi agenzia di sicurezza nazionale, sta scatenando in tutto il pianeta una serie di eventi catastrofici conosciuta come "Lo schema". Un piano ben organizzato, ma non meglio definito, che prevede una vera e propria sperimentazione effettuata su esseri umani, vittime inconsapevoli di nuovi virus, esperimenti genetici e test raccapriccianti frutto di una tecnologia molto avanzata, ma ormai senza più scrupoli o remore morali. L'agente Dunham, inizialmente all'oscuro di tutto quello che sta accadendo, proprio come il resto dell'umanità, viene inserita insieme al suo collega John Scott (Mark Valley) nelle indagine relative al più recente tassello dello "schema": l'arrivo a Boston del volo 627 proveniente da Amburgo, un volo di linea pieno di cadaveri orribilmente sfigurati. Senza preavviso e senza alcuna preparazione, spinta dal desiderio di salvare il proprio compagno, viene invischiata in un vortice di intrighi planetari e tecniche scientifiche ai limiti dell'immaginazione, che stravolgeranno le poche certezze della sua vita e la porteranno ad affrontare una sfida nuova, costretta dagli eventi a guardare al mondo con occhi molto diversi.
Il pilot della serie è ricco, avvincente e tecnicamente perfetto. Ottima la fotografia, davvero interessante anche l'uso della "didascalie" che indicano i luoghi dopo i cambi di scena: scritti con lettere digitali in 3D, sembrano quasi "galleggiare" nell'ambiente ed interagiscono con i movimenti di macchina. Spettacolare una sequenza onirica, che in qualche modo mi ha ricordato il film "The Cell" di Tarsem Singh. Sino ad un certo punto mi era sembrata solo un riuscitissimo esercizio di stile, inutile a livello di sceneggiatura, rivelandosi invece sul finale come uno dei possibili cardini dell'intera vicenda e generando un ottimo effetto di "sospensione". Oltre all'azzeccata e brava protagonista, sembrano convincenti anche la caratterizzazione dei comprimari e la scelta degli attori chiamati ad interpretali. Da segnalare specialmente la partecipazione di Joshua Jackson, nella parte di Peter Bishop, uno dei componenti della strana task force diretta dal tenebroso ed enigmatico Phillip Broyles (Lance Reddick).
Il risultato, almeno giudicando dalla puntata pilota, riesce nella giusta alchimia di elementi forse non innovativi e già visti nella storia professionale di Abrams, ma con l'inserimento di alcune decise novità e intrecciati in maniera molto affascinante. Ai misteri di "Lost" vengono affiancate le atmosfere da spionaggio di "Alias" (altra serie creata dall'autore), ma tutto viene calato in una realtà ancora più dark e solo in qualche maniera fantascientifica. Non si tratta, infatti, di una science fiction iper futuristica, nè tantomeno di un "clone" di "X-Files", ma di una realtà simile a quelle distopiche, allucinate e oscure immaginate del maestro P. K. Dick. Se la serie, che inizierà ufficialmente negli Stati Uniti l'8 Settembre 2008, manterrà le promesse del pilot, di sicuro diventerà uno dei miei appuntamenti fissi. Non ti bastano le mie parole o questa mia recensione ti sembra troppo entusiasta? Basta poco per ricrederti: dai un'occhiata al video promo del pilota, con tanto di sottotitoli in italiano...
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