domenica 19 aprile 2009

Il Fattore X

Questa sera su Rai Uno verrà trasmessa in “prime time” la puntata finale del talent show “XFactor”, una gara canora televisiva fra nuove proposte, in cui il “fattore x” dovrebbe essere identificato nel talento musicale e nella capacità scenica di “stare sul palco”. Questa è la seconda edizione del programma, che al suo primo anno è riuscito a lanciare sul mercato Giusy Ferreri, interprete del brano tormentone “Non ti scordar mai di me”. Ma il suo successo, “forse” spinto anche dalla preziosa produzione di "un certo" Tiziano Ferro (questo nome non mi è nuovo...), si è dimostrato più duraturo di una semplice “infatuazione televisiva” e dall’album della cantante sono stati estratti anche altri singoli molto passati dalle radio. E la storia della Ferreri al primo “XFactor” non è stata neppure delle più lineari e vincenti: ripescata solo in una session di provini successiva all’inizio del programma, è riuscita ad arrivare in finale, ma non ha vinto. Non ho visto praticamente nulla della prima edizione, ma i suoi risultati, specialmente la capacità di segnalare dal nulla una voce così particolare, mi hanno spinto a seguire con curiosità la puntata inaugurale della nuova serie. E devo ammettere di essermi decisamente appassionato al contesto musicale del programma ed all’avventura vissuta dai concorrenti.

TV: XFactor

La struttura di questo format internazionale è semplice e divertente. Dopo una marea di provini (si parla addirittura di circa 30.000 audizioni) vengono selezionate due dozzine di cantanti, che sono divisi in tre categorie (under 25, gruppi e over 25), entrano in una sorta di “laboratorio musicale” e per una settimana vengono preparati dai loro vocal couch a interpretare i brani con cui si esibiranno live durante lo show settimanale in diretta. Dopodiché sta al pubblico da casa premiare tramite telefonate e sms i propri concorrenti preferiti: i due meno votati vanno al ballottaggio finale, in cui sono i tre giudici a decidere chi “salvare” fra i due. In palio, un contratto discografico di ben 300.000 € con una major, ma anche la possibilità di mettersi in mostra in una vetrina davvero unica. Però chiariamo subito una questione: sebbene il programma sia strutturato come un “reality show”, con il meccanismo “voto / nomination / eliminazione”, un appuntamento settimanale in prima serata ed alcuni “day time” quotidiani, in realtà è tutt’altra cosa. Perché rispetto ai tanti tizi dei reality, che non hanno alcun tipo di merito o qualità particolare, al di là del narcisismo e della capacità di esprimere il nulla cosmico aleggiante nelle loro menti, “XFactor” è una trasmissione che affonda le sue radici in un grande talento specifico, quello musicale, "spettacolare" e canoro, un vero e proprio "dono" che ha benedetto i suoi protagonisti. Che lo dimostrano anche con coreografie, esibizioni unplugged, duetti con ospiti speciali, eventi paralleli e tanto altro, sino all’emozionata presentazione dei loro pezzi inediti nel corso della semifinale. Tutto ciò, comunque, è successo sino alla puntata precedente, dato che il meccanismo della finale non prevede alcuna eliminazione e vedrà esclusivamente le esibizioni e l’elezione del vincitore di questa edizione. E non è l’unica differenza, dato che finora “XFactor” è sempre stato trasmesso su Rai Due, mentre la grande puntata conclusiva di stasera sarà di scena su Rai Uno, anche a premiare il grande successo ottenuto da questa edizione. Ovvero “La musica batte sempre sul Due! Ma anche no… ogni tanto batte sull’Uno”, modulando il “teaser” del simpatico e bravo Francesco Facchinetti, si… proprio “il figlio dei Pooh”… che è molto bravo nel suo ruolo... diciamo pure decisamente meglio come conduttore che come cantante (ma non ci voleva molto).

TV: Simona Ventura, Mara Maionchi e Morgan

Cosa mi ha preso di questo “XFactor”? Essenzialmente la musica, che è totalmente al centro del programma. Tutto gira intorno ad essa e se ne si è appassionati la trasmissione non può che piacere. Anche per scoprire i retroscena di un’esibizione, per capire come vengono preparate le performance, per vedere in che modo nasce e viene portata a termine un’esibizione. Oltretutto, molti dei cantanti selezionati hanno sfoggiato ottime qualità vocali e si sono dimostrati simpatici ed interessanti anche come “personaggi”, sebbene nella loro semplicità di esordienti. Tanto da spingermi a vedere sempre anche la striscia quotidiana su Rai Quattro, per seguire l’assegnazione dei brani, l’analisi delle esibizioni, le prove e tutte le attività legate alla “creazione” di cantanti capaci di salire su un palco, reggere la scena e “affrontare” il pubblico. Sempre senza dimenticare che la vera regina resta e sempre sarà la loro voce. Inizialmente, a dire il vero, ero leggermente indisposto dall’atteggiamento litigioso ed aggressivo dei tre giudici / allenatori, chiamati a rappresentare le diverse anime del panorama musicale moderno: la produttrice Mara Maionchi, il musicista Morgan e la conduttrice televisiva Simona Ventura. Credo che fosse tutto debitamente studiato a tavolino e che i tre in qualche modo “recitassero a soggetto”, per attirare l’attenzione e perché la “TV gridata”, purtroppo, esercita un malsano fascino sulle masse e garantisce audience. Ma per fortuna questo “elemento di disturbo” è andato lentamente scemando e, dopo inutili parolacce e sterili battibecchi, sono arrivati col tempo anche veri commenti di natura musicale e televisiva.

TV: Matteo Beccucci da XFactor 2009

Fra tutti i concorrenti in gara, sin dall’inizio ero stato colpito dai giovani Ambra Marie e Daniele, dal gruppo The bastard sons of Dionison e specialmente da Matteo. Arrivati all’ultima puntata di “XFactor” edizione 2009, purtroppo i primi due sono stati eliminati (la prima troppo presto, l’altro ingiustamente in semifinale) e i restanti dovranno vedersela in finale con Juri. E sono qui oggi proprio a perorare la causa di uno di loro, ovvero il mio bravissimo omonimo livornese. Una voce straordinaria ed eclettica, diretta, “piena” e potente, capace di un’intonazione ai limiti della perfezione e di raggiungere note altissime, tenute senza nessun tentennamento e alcuna imprecisione, in un crescendo emozionante e intenso. Se scrivo oggi di “XFactor”, senza aspettare di conoscere il risultato della gara che si svolgerà fra poche ore, infatti, è proprio per invitare chiunque segua la trasmissione e si trovi a leggere questo post a votare questa sera per Matteo Beccucci. Se non lo hai ancora mai visto all’opera, fra le sue tante esibizioni ho deciso di selezionare e inserire di seguito la sua splendida interpretazione di “Eye in the sky” degli Alan Parson Project. Guardala… anzi… ascoltala e capirai perché stasera, per la prima volta nella mia “vita di telespettatore”, mi farò “incastrare” dal meccanismo del televoto e supporterò questo talentuoso artista. Magari non sarà lui a vincere, anche se è il più bravo… in fondo anche i Bastards sono forti ed hanno decisamente molto appeal sul pubblico giovane, mentre Yuri sembra decisamente molto più “collocabile” e redditizio dal punto di vista discografico / aziendale… ma il “caso Ferreri” dimostra che alla fine sono le qualità individuali a contare davvero e che non è necessario vincere “XFactor” per sfruttarlo come “trampolino di lancio” verso un futuro musicale brillante.

domenica 5 aprile 2009

Toshiba Regza 32 pollici? Si, grazie!

Erano parecchi mesi che meditavo l’acquisto di una televisione seria, che fosse all’altezza degli ultimi sviluppi della tecnologia. Negli ultimi anni, infatti, mi ero accontentato di un televisorino davvero "basic", per seguire qualche trasmissione e un po’ di sport in chiaro, ma mi ero specialmente affidato allo schermo del mio computer portatile, per consumare a ritmi serrati centinaia di film e decine di serie televisive in formato digitale.

Per un bel po’ di tempo mi è anche andata bene così. Mi sembrava già un miracolo il salto quantico dallo squallore dell’abituale programmazione TV, alla possibilità di poter sempre scegliere cosa vedere e quando vederlo, potendo attingere a qualsiasi tipo di contenuto video sia mai stato realizzato e condiviso. Inoltre “domanda & offerta” faticavano ad incontrarsi. Volendo “cambiare prospettiva”, infatti, di certo non mi interessavano televisori “old school” con tubo catodico, ma ho da subito puntato i più recenti modelli a schermo piatto. Come tecnologia ormai è diventata davvero “a portata di mano”, rispetto ai prezzi da capogiro di qualche anno fa, ma gli schermi che potevano essere di mio gusto costavano troppo o avevano specifiche tecniche non soddisfacenti, con “offerte speciali” che con un prezzo leggermente inferiore alla media in realtà mascheravano mancanze e “povertà” tecnologiche non accettabili. Ma ero fiducioso, perché notavo che da un po’ il rapporto fra prezzo e caratteristiche stava iniziando ad equilibrarsi, almeno secondo i miei desideri.

Hi-tech: Toshiba Regza LCD

E Martedì scorso la bilancia si è messa in pari. Insieme a Alessio, Marcello e Marco, infatti, mi sono recato in un centro commerciale specializzato in tecnologia e mi sono accaparrato uno splendido schermo piatto “a prezzo di costo”: un Toshiba modello Regza LCD a 32 pollici, HD ready, contrasto 18.000:1, risoluzione 1366 x 768 e un design moderno ed elegante. Dopo circa una settimana di utilizzo… costante e frenetico… devo dire che sono davvero soddisfatto!

L’impatto globale è ottimo. La visione su 32 pollici è un’esperienza splendida, grazie a cui si riescono a cogliere in maniera ben definita particolari e sfumature finora impensabili, rendendo ancora più appassionanti le scene spettacolari. La resa dei colori è perfetta. Anche i neri sono molto nitidi. Solo in scene quasi totalmente “oscure” si nota ogni tanto qualche tono “fuori posto”, ma probabilmente mi basterà settare meglio il bilanciamento del colore per ottenere un risultato perfetto. L’audio è all’altezza della situazione, con un effetto stereo dolby surround davvero impressionante. Il sistema di ricezione digitale terrestre è integrato, consentendo l’accesso a molti nuovi canali gratuiti, ma specialmente la ricezione del segnale delle emittenti nazionali in maniera molto più godibile. Davvero utile la funzione attraverso cui la visualizzazione dei programmi si adatta automaticamente al formato originale in cui vengono trasmessi, passando allo spettacolare widescreen non appena ce n’è la possibilità. Ma si può sempre modificare la visualizzazione a proprio piacimento, allargandola o ritagliandola, volendo anche “deformandola”, sino a portarla a tutto schermo.

Naturalmente ho sperimentato questa mia nuova “finestra sul mondo” anche vedendo alcuni DVD in cui l’aspetto visivo è fondamentale e molto particolare (per la cronaca, “L’incredibile Hulk”, “The Cell” e “Sin City”). Anche questo test è stato superato a pieni voti. La resa dei film da DVD è “pulita” ed affascinante sotto tutti i punti di vista, con figure sempre nitide e definite, colori vivi e brillanti, neri impeccabili, che rendono la visione un vero e proprio “spettacolo casalingo”.

Sarà l’effetto novità… sarà che quando guardo la nuova televisione vicino alla vecchia, mi sembrano quasi una mamma a spasso mano nella mano con la figlia… sarà che televisione mi concede piacevoli ore di svago… ma penso proprio di aver azzeccato la scelta! Dunque… ora è proprio arrivato il momento di salutarti… vado a vedere un po’ di TV… :-)

 

Inner Scanner in versione ottimizzata per iPhone

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