lunedì 17 dicembre 2007

...però gli errori si commettono per sbaglio...

La musica di Tiromancino mi è sempre piaciuta molto. Li ho visti anche dal vivo in più di una occasione, l'ultima volta a Roma qualche anno fa insieme a Lucilla. E ho proprio tanta voglia di assistere nuovamente a un loro concerto, perchè col passare del tempo questo progetto musicale continua a evolversi e a non sbagliare un colpo. Federico Zampaglione è sempre capace di scrivere musica e testi di grande intensità, a cui non riesco a restare indifferente. Mi emozionano, mi trascinano, mi rapiscono. In molte occasioni della mia vita mi ci sono anche riconosciuto tantissimo, forse pure troppo... come se il cantautore romano stesse vivendo una vita molto simile alla mia e fosse capace di "sintetizzarla" in suono e testi, di strapparla alle singole esistenze per renderla esperienza comune. Non fa eccezione la canzone "Un altro mare", fra i più recenti estratti dal nuovo disco "L'alba di domani", di cui ho inserito il video in fondo a questo post. Semplicemente poesia, magia. Quando ascolto questo pezzo mi sembra di iniziare solo allora a respirare a pieni polmoni, come se fino a pochi istanti prima fossi in forzata apnea senza nemmeno rendermene conto. Potere della musica... liberarci dalle ansie e dalle paure che ci tengoni ancorati al suolo e permetterci di innalzarci e spiccare il volo...

Ultima annotazione, sul titolo di questo post. Per tutti i messaggi cercherò sempre di usare una citazione (modificata o meno, a seconda delle esigenze) o un estratto dall'argomento di cui parlo. In questa occasione le frasi significative da estrapolare sarebbe state tante e tutte molto belle. Probabilmente se mi fossi trovato a parlare di questa canzone fra una settimana, un mese o un anno avrei potuto sceglierne un'altra. Ma, in questo preciso momento della mia vita, la più significativa era proprio questa. Però spero proprio che un giorno... non troppo lontano... avrò voglia di scrivere che "sarà bellissimo il futuro"...




Il testo di "Un altro mare" di Tiromancino

PS: grazie e complimenti vivissimi ai sottotitolatori della TV di Radio Italia, che hanno ben pensato di farci fare quattro risate inserendo nel nome della canzone un fantastico apostrofo fra "Un" e "altro". W l'Italia, W l'italiano... anzi, l''itagliano!

domenica 16 dicembre 2007

Parkour: don't try this at home

Il parkour è una disciplina che mi affascina da una decina di anni, sin da quando l'ho scoperta attraverso alcuni servizi giornalistici passati in TV ai soliti orari improponibili (non so perchè... ma le uniche cose che valga la pena di vedere sulle televisioni italiane in chiaro vengono programmate solo dopo le 23:00...). Nato in Francia alla fine degli anni '90 e rimasto a lungo relegato fra i confini d'oltralpe, questo sport è stato poi "sdoganato" dalla solita Madonna, capace come sempre di precorrere i tempi e dettare le tendenze, grazie al video del 2006 per la canzone "Jump" (lo trovate più in basso). Da allora i principali atleti che praticano questa attività hanno iniziato ad apparire in numerosi film d'azione, come guest e anche come protagonisti, ma chi sà quanti altri anche come stuntman.

Il parkour viene sinteticamente definito su Wikipedia come uno "sport metropolitano, che consiste nel superare ostacoli vari correndo, saltando". Personalmente credo che sia molto di più. E' una maniera per vivere in libertà la propria città, per confrontarsi con gli spazi angusti, difficili e troppo spesso non a misura d'uomo a cui la società odierna ci costringe. E' armonia con tutto ciò che ci circonda, anche con gli ostacoli che sembrano insormontabili. E' una ricerca di "fluidità", di perfetta sinergia fra corpo, mente e elementi circostanti. E' la decisione di affrontare il proprio playground in maniera diversa e personale. E' uno stile di vita. E' un modo per ribellarsi agli schemi imposti e per mostrare che un'alternativa è sempre possibile. Ed è anche dannatamente divertente, oltre a essere davvero pericoloso.

Per compiere imprese come quelle che potete ammirare nel prossimo video c'è bisogno di una preparazione fisica incredibile, ai limiti delle possibilità umane, perchè coinvolge tutte le capacità fisiche e mentali, istinto di sopravvivenza compreso. Per un parkour, sbagliare una singola evoluzione o distrarsi anche solo per un attimo può costare sul serio la vita. Io non avrò mai i muscoli, la reattività mentale e il coraggio di provare a fare qualcosa del genere. Ma quando ammiro sbigottito le gesta di questi atleti fantastici... e anche un pò matti... darei qualunque cosa per riuscirci. Naturalmente so che è impossibile, dunque mi accontenterò di postare in futuro altri video e altre notizie su questa realtà così affascinante e sui suoi protagonisti. Ne vedrete delle belle, ma... mi raccomando... non provateci a casa!



Ed ecco anche il video per "Jump" di Madonna, diretto da Jonas Åkerlund...

sabato 15 dicembre 2007

No Panini, no party

Istruzioni per l'uso (dal regolamento del Progetto Dharma, capitolo V, paragrafo 7):
attiva l'ascolto di questa canzone prima di iniziare a leggere o... il mondo esploderà!


Grande serata quella di ieri. Come tutti gli anni, infatti, ci siamo riuniti con tanti colleghi di Panini Comics poco prima che arrivino le feste di natale e capodanno. Anche questa volta per festeggiare insieme 365 giorni di lavoro intenso e impegnativo, premiato con un grande successo di vendite e con la soddisfazione dei lettori, in un trend positivo che non accenna minimamente a arrestarsi. Certo... l'anno prossimo ci sarà da rimboccarsi sul serio le maniche per migliorare i risultati del 2007, ma... ce la possiamo fare. D'altronde... parafrasando nerdicamente il nostro luminoso leader Marco... "siamo come Wolverine, i migliori in quello che facciamo. E quello che facciamo è anche molto piacevole"!
Ma torniamo alla serata... Da due anni a questa parte, grazie alla felice intuizione di Tony e Bea, quella che era una semplice cena si è trasformata in un vero party. Anche le cene erano state carine... avevamo sempre mangiato e bevuto bene, divertendoci abbastanza. Ma una festa è sempre una festa. Se la cena ti da al massimo l'opportunità di chiacchierare con i 5 o 6 commensali "a portata di voce", in un party si ha libertà di movimento e si riescono a scambiare almeno quattro battute con tutti. Oltretutto le nostre feste sono sempre "a tema" e questa volta è stato il turno degli anni '70, sia a livello di selezione musicale che di look. Dunque il top dal punto di vista sonoro per una serata insieme. Dunque un tripudio di occhialoni a goccia, pantaloni a zampa di elefante, sciarpe dagli abbinamenti cromatici più improponibili e via dicendo, con alcuni amici distintisi per l'accuratezza dei particolari e degli abbinamenti. Re della serata, secondo questo parametro, Mario "er monnezza", Sabrina "pronta per il Piper", Caterina "la vamp", quel "bravo ragazzo" di Alessio, Marie "la freak" (a tratti irriconoscibile... please, non pensare mai di tingerti di biondo...) e specialmente Marco "Boogie night", che sembrava appena uscito dall'Apollo Theatre di Harlem ai "tempi d'oro" e/o dall'armadio di Sandra (Marie e Marco li trovate anche immortalati nella "foto psichedelica" più in basso). Assente (purtroppo giustificata) Anna, che avrebbe dovuto semplicemente vestirsi come fa di solito! Ma chiunque ha avuto il tempo / la voglia di presentarsi abbigliato a tema ha dato tanto alla buona riuscita della serata! Io, naturalmente, mi sono presentato "in borghese", un pò perchè non sarei mai riuscito a trovare il tempo di andare alla ricerca dei capi di abbigliamento adeguati, un pò perchè traverstirmi non mi è mai piaciuto più di tanto (l'ultima volta in cui mi sono mascherato anche a Carnevale è stato alla tenera età di 8 anni, dopodichè ho iniziato a ragionare e a inventare le scuse più assurde per non andare in giro con un costume... ma questa è un'altra storia...).
Così... fra aperitivo, bouffet, free bar, musica (gentilmente offerta dai dj Gian Luca e dal suo sidekick Enrico), danze, chiacchiere e uscite a congelarsi all'esterno per fumare una sigaretta (bruttissimo vizio... argh...)... ho passato davvero una bella serata, che mi ha fatto apprezzare la compagnia dei colleghi, alcuni dei quali si stanno tramutando sempre più in veri amici. Se prima di iniziare a lavorare in Panini ero esaltato "semplicemente" perchè avrei realizzato il mio sogno a livello professionale, dopo 3 anni e mezzo di lavoro "matto e disperatissimo", mi ritengo ancora più fortunato, perchè credo che difficilmente sarei riuscito a trovare un ambiente lavorativo più stimolante e persone migliori con cui affrontare questo percorso di crescita e impegno.


Marco, Marie e io in mood '70s

mercoledì 12 dicembre 2007

Uno di quei giorni...

Ieri è stato uno di quei giorni... strani, non saprei come definirli diversamente. Anche se credo che qualcuno inserirebbe il mio Martedi 11 Dicembre semplicemente nella categoria dei "giorni sfigati".
Sveglia molto difficoltosa, causa "maratona notturna" di serial TV, con serio rischio di arrivo in ritardo a lavoro (una cosa che odio).
Uscito di casa, in città nebbia e freddo incredibile, probabilmente la temperatura più bassa di questo secondo semestre del 2007.
Nemmeno il tempo dell'ormai sacrosanta "seconda colazione al bar" e dritto al lavoro.
Il mio capo Walter in Giappone per un importante viaggio di lavoro (speriamo che torni a Modena con i diritti per qualche manga interessante... al di là dei "Love questo" o "Amour quello" in cui siamo i numeri uno in Francia...). La mia collega, alter-ego e maestra Anna purtroppo fuori ufficio. Anche la nostra collaboratrice Sandrine a casa. E la mole di fumetti e prodotti speciali in uscita per il Festival del fumetto di Angouleme che avanza minacciosa e inesorabile. Insomma... una cosa pazzesca, col solo trio "il sottoscritto / Laetitia / Veronique" (con la guest start del "disturbatore" Cris) a fronteggiare la situazione. A peggiorare il tutto, importanti approvazioni ancora in ballo, il progetto FUSION in costante e incrontrollabile divenire, centinaia di telefonate, email, domande, problemi, richieste...
A pranzo speravo andasse meglio. Invece la piadina bresaola, rucola e grana ordinata e attesa con cupidigia, è arrivata riscaldata (aka: mezza bruciata) e addirittura senza grana. Uno scandalo.
Il pomeriggio lavorativo si è evoluto senza quasi rendermene conto in una serata lavorativa, protrattasi sino a tardi... ho fatto di peggio, ma questa volta temevo proprio che il guardiano notturno mi sparasse addosso credendomi un ladro.
Ma non finisce quì... anzi...
Arrivato in macchina, mi sono reso subito conto che il mio potente destriero non dava alcun segno di vita, anzi era stranamente imbizzarrito, con le luci del quadro impegnate in un autonomo spettacolo psichedelico.
Risultato? Macchina inutilizzabile e bloccata. Corse degli autobus ormai terminate. Sigarette finite. Cellulare senza credito e con la batteria scarica. Defunta anche la stilo della chiave USB con cui sento musica in giro. Nooooooooo!
Nel freddo e lungo tragitto verso casa (eh si... a quel punto me la sono fatta a piedi... attraversando la strada con molta attenzione, che non si sa mai...), ho anche deciso di darmi da solo il colpo di grazia, senza attendere che la sorte si accanisse ulteriormente contro di me e fermandomi a "cenare" in uno dei ristoranti vegetariani e biologici più elitari del mondo: il primo McDonald in zona. No comment (anzi, alle 23:00 avevo di nuovo fame).
Per fortuna alla fine sono riuscito a tornare a casa sano e salvo, a comprare le sigarette (senza che l'automatico mi rubasse i soldi... incredibile...) e ho chiuso la giornata guardando l'ottavo episodio di "Dexter", la mia più recente "passione seriale", e rivedendo i primi episodi di due altri serial TV che adoro, "NYPD Blue" e "Boomtown" (ci sarà sicuramente occasione di parlare di tutti e tre in maniera più approfondita).
Insomma... finale a parte... uno di quei giorni...

PS: oggi ho già fatto sistemare la macchina (era solo la batteria, anche se mi è costata una cifra...) e sono nuovamente automunito. Fra i regali di natale da fare, la festa che mi attende Venerdi sera e il ritorno a casa in Calabria previsto per la prossima settimana, sarebbe stata una tragedia rimanere a piedi...

lunedì 10 dicembre 2007

What if I say I will never surrender?

Questa è "The Pretender" dei Foo Fighters. Mi è entrata nella testa sin da quando l'ho ascoltata la prima volta per radio. E non poteva che essere così. Ritmo, adrenalina, la giusta dose di cattiveria nel suono. Testo in cui ultimamente mi riconosco davvero molto, da ascoltare e da cantare a squarciagola.
Poi c'è il video, diretto da Sam Brown. In una parola? Spettacolo. Il gruppo è famoso per le ricostruzioni fantasiose e "citazioniste" create per i propri videoclip, che tante volte, però, mi sono risultati abbastanza "stucchevoli". Questo è l'esatto contrario. Minimalismo assoluto. Una rock band che suona, grosse sbracciate su chitarre e basso, cantante che si sbatte dietro al microfono, batterista che picchia come un pazzo. Capelli lunghi, mossi dai movimenti convulsi e dal suono. Una serie di neon a illuminare il tutto, in un capannone dall'aria post-industriale. Un pavimento bianco lucidissimo, con una linea nera al centro, un confine immaginario che, in uno spazio in apparenza condiviso e senza barriere, riesce comunque a separare due mondi. Noi e loro. Un'imponente parete rossa. Niente ombre, solo luce. Poi Il Nemico, completamente oscuro, sia nell'abbigliamento che nell'animo. Il Nemico, che ci guarda, ci controlla, ci intimidisce. Finchè la tensione non raggiunge il suo culmine. E' troppo tardi per tirarsi indietro. Per evitare l'esplosione.
Mi hanno detto che il nuovo disco non è all'altezza di questo primo estratto, ma... che singolo, signori! Ora però bando alle ciance, via alla musica, al video e al testo... big up, Dave Grohl, Seattle sound still standing!

domenica 9 dicembre 2007

31 years gone...

Però... è passato parecchio tempo dalla prima e finora anche unica volta in cui ho aggiornato questo blog... E oltretutto c'è anche qualcosina che proprio non mi quadra... va bene essere precoci, ma tirar sù un blog appena sono nato, quando la Rete nemmeno esisteva... beh, è evidente che "c'è del marcio in Danimarca"... :-)
Comunque sia... fratture nel continuum spazio-temporale a parte... inizio / riprendo oggi a curare seriamente il mio blog personale. Quelli che mi conoscono sono certo staranno chiedendosi cose del tipo... Un altro blog? Ma non ne hai abbastanza dei 300 spazi web che già curi? Quando troverai il tempo di aggiornarlo? Non passi abbastanza ore di fronte al computer, sia in ufficio che a casa? Devo ammetterlo, sono tutte obiezioni che hanno un loro fondamento e che andrebbero prese in considerazione. Ma non sono LA domanda che bisogna porsi di fronte a questa mia decisione. LA domanda essenziale da fare, come al solito, è... Perchè?
Beh, semplicemente perchè ne ho bisogno.
Perchè questa smania di comunicare, che mi rode da dentro sin da quando sono nato, non poteva che trovare anche questo ennesimo sbocco.
Perchè voglio che tutti i miei amici, le persone a me care e anche quelli che ancora devono conoscermi possano saperne qualcosa in più di me.
Perchè voglio aprirmi al resto del mondo, spalancare le porte della mia vita e del mio mondo a chiunque abbia voglia di starmi ad ascoltare, a tutti quelli che vivono realtà completamente differenti dalla mia, ma che in fondo hanno le mie stesse paure e i miei stessi sogni.
E anche perchè voglio conoscere meglio me stesso.
Perchè voglio scoprirmi e riscoprirmi, magari anche in prospettiva futura, nei miei stessi scritti ed in quello che avrò voglia di inserire in questo spazio, fra fotografie, video, musica e tutto il resto.
E' così che si spiega anche il nome di questo blog, un Inner scanner (nome nato subito dopo aver visto lo splendido film "A scanner darkly", tratto dall'omonimo libro di Philip K. Dick), ovvero una maniera per guardare dentro di me e tirar fuori tutto quello che trovo, per osservare quasi "dall'esterno" tutto ciò che avviene nella mia testa e nel mio cuore. Per vedere con occhi diversi quello che mi fa felice e che mi incupisce, ciò che rende la mia vita degna di essere vissuta e ciò che mi fa indignare, le mosse che azzecco sullo scacchiere della vita e gli errori che commetto... insomma, per migliorarmi ed evolvere, riflettendo sul mio vissuto e sulle mie scelte con maggiore consapevolezza e serenità.

Talvolta dico che ormai parte del mio io è digitale, che una porzione della mia "essenza" più intima e vera si è staccata dal mio corpo e viaggia in giro per il mondo su un cavo a velocità stratosferica, visitando ogni giorno in contemporanea le case di migliaia di persone attraverso i miei tanti spazi in rete. Forse questo è solo il primo sintomo di megalomania e delirio di onnipotenza (mhhh... somiglia molto al concetto di "dono dell'ubiquità", stare in più luoghi contemporaneamente... forse dovrei iniziare a preoccuparmi...), ma questo ennesimo blog... che probabilmente sarà anche l'ultima delle mie creazioni on line... vuole anche "chiudere il cerchio", dando una "casa virtuale" a questo pezzo della mia anima che ho messo volontariamente "in condivisione"... proprio non vorrei che si perdesse nei meandri della Rete e io smarrissi insieme a questa una porzione della mia "scintilla"...
Spero vogliate affrontare con me questo viaggio, per aiutarmi a crescere e... magari... farlo insieme.

Love, peace and unity,
Matteo

 

Inner Scanner in versione ottimizzata per iPhone

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