giovedì 1 maggio 2008

Quando un operaio muore

"Quando un operaio muore, è un assassinio, quasi sempre".



1° Maggio. Festa del lavoro. Un lavoro che dovrebbe essere un diritto inalienabile, per contribuire alla sopravvivenza e alla piena realizzazione dell'essere umano. Un lavoro che non c'è, che rende disoccupati. Un lavoro piegato alle leggi di mercato, che rende precari. Un lavoro che viene sfruttato, che rende schiavi. Un lavoro che può anche procurare la morte.

Penso che Beppe Grillo, nel precedente estratto video dal V2-Day a Torino, abbia detto tutto. Mi ha colpito specialmente l'ultimo passaggio, in cui ho intravisto una delle possibili soluzioni per arginare la tragedia delle morti sul lavoro...
"Quando un operaio muore, si danni incentivi alle aziende che diminuiscono gli incidenti.
E non si chiudono quelle producono i morti.
Quando un operaio muore è perchè la sicurezza è troppo onerosa per la confindustria.
Quando un operaio muore è un fatto di business, qualcuno ci ha guadagnato sopra."

E' vero... la maggiorparte delle aziende, capisce solo una cosa: il business, gli affari, ciò che è economicamente conveniente. E finchè sarà più redditizio risparmiare sulla sicurezza dei lavoratori, la situazione non cambierà. Dunque dovrebbe farsi in modo che ogni morte sul lavoro costi alle aziende molto più di quanto abbia fatto loro risparmiare. A ogni "morte bianca", l'attività dell'azienda dovrebbe essere immediatamente e totalmente interrotta dalle autorità, anche per settimane. Per avere tutto il tempo di effettuare qualsiasi tipo di verifica e controllo, dalle norme di sicurezza elementari ai libri contabili. Per fare in modo che non solo chi ha colpa paghi per le proprie responsabilità immediate, ma anche perchè non accada mai più in futuro.

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