E' davvero strano, quasi irreale, pensare che non potrò essere più stupito dalle sue novità, da quelle idee e sonorità uniche e sempre imprevedibili che per lungo tempo hanno contribuito a innovare e plasmare l'impalpabile mondo fatto di note. Il genio è sempre andato di pari passo con la sregolatezza. L'uomo è diventato leggenda. Ed è rimasto schiacciato dal peso di un'infanzia rubata e dalla costante pressione di quell'industria che lo ha sempre coperto e giustificato, ma soltanto per sfruttarlo e spremerlo fino al midollo, sacrificandolo sull'altare del mercato e dello show business. Non sono qui per commentare la sua vita, le sue scelte personali discutibili e condannabili, le stranezze che hanno creato il mito e che, troppo spesso, lo hanno sostituito alla persona, con le sue incertezze, le sue paure, le sua fragilità. Sono qui perchè MJ non aveva semplicemente il funk, MJ era il funk. Dunque ho voglia di ricordarlo. Di far nuovamente correre sulla mia pelle quel brivido di emozione e gioia che le sue canzoni sono state capaci di regalarmi. E al di là di qualunque cosa io possa scrivere, probabilmente c'è un solo modo davvero giusto per farlo: proprio attraverso la sua musica...
martedì 25 agosto 2009
Moonwalking on the clouds
A due mesi dalla sua scomparsa e pochi giorni prima di quello che sarebbe stato il suo cinquantunesimo compleanno... quando il carrozzone mediatico ancora non ha iniziato a mollare la propria presa selvaggia, ma c'è forse già la possibilità di iniziare a pensare, scavare nella memoria, sentire... senza essere condizionati da sensazionalismi e diatribe legate solo ed esclusivamente a questioni economiche... mi trovo a ricordare Michael Jackson. Un volto, un nome, un moonwalk. La frase di un testo che esce dai confini di una canzone e si congela in aria, colpendomi forte prima alla testa, poi allo stomaco, poi al cuore. Una nota alta tenuta a lungo e modulata. Un giro di basso che mi entra nel cervello e non vuole uscire più fuori. Un suono inconfondibile. Tutto un insieme di cose che, da quando ho memoria della musica, per me semplicemente significa musica.
E' davvero strano, quasi irreale, pensare che non potrò essere più stupito dalle sue novità, da quelle idee e sonorità uniche e sempre imprevedibili che per lungo tempo hanno contribuito a innovare e plasmare l'impalpabile mondo fatto di note. Il genio è sempre andato di pari passo con la sregolatezza. L'uomo è diventato leggenda. Ed è rimasto schiacciato dal peso di un'infanzia rubata e dalla costante pressione di quell'industria che lo ha sempre coperto e giustificato, ma soltanto per sfruttarlo e spremerlo fino al midollo, sacrificandolo sull'altare del mercato e dello show business. Non sono qui per commentare la sua vita, le sue scelte personali discutibili e condannabili, le stranezze che hanno creato il mito e che, troppo spesso, lo hanno sostituito alla persona, con le sue incertezze, le sue paure, le sua fragilità. Sono qui perchè MJ non aveva semplicemente il funk, MJ era il funk. Dunque ho voglia di ricordarlo. Di far nuovamente correre sulla mia pelle quel brivido di emozione e gioia che le sue canzoni sono state capaci di regalarmi. E al di là di qualunque cosa io possa scrivere, probabilmente c'è un solo modo davvero giusto per farlo: proprio attraverso la sua musica...
E' davvero strano, quasi irreale, pensare che non potrò essere più stupito dalle sue novità, da quelle idee e sonorità uniche e sempre imprevedibili che per lungo tempo hanno contribuito a innovare e plasmare l'impalpabile mondo fatto di note. Il genio è sempre andato di pari passo con la sregolatezza. L'uomo è diventato leggenda. Ed è rimasto schiacciato dal peso di un'infanzia rubata e dalla costante pressione di quell'industria che lo ha sempre coperto e giustificato, ma soltanto per sfruttarlo e spremerlo fino al midollo, sacrificandolo sull'altare del mercato e dello show business. Non sono qui per commentare la sua vita, le sue scelte personali discutibili e condannabili, le stranezze che hanno creato il mito e che, troppo spesso, lo hanno sostituito alla persona, con le sue incertezze, le sue paure, le sua fragilità. Sono qui perchè MJ non aveva semplicemente il funk, MJ era il funk. Dunque ho voglia di ricordarlo. Di far nuovamente correre sulla mia pelle quel brivido di emozione e gioia che le sue canzoni sono state capaci di regalarmi. E al di là di qualunque cosa io possa scrivere, probabilmente c'è un solo modo davvero giusto per farlo: proprio attraverso la sua musica...
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