Esistono storie a fumetti davvero speciali, che non mi stancherò mai di leggere. Oggi ho deciso di presentarne una molto recente, che entra di diritto nell’Olimpo delle mie favorite, perché mi ha decisamente lasciato un segno. Quarantotto pagine di arte sequenziale ad altissimo livello, degno compimento di un’intera saga davvero intensa, resa indimenticabile proprio della sua conclusione.
Sin da quando Joss Whedon e John Cassaday hanno iniziato a realizzare la serie “Astonishing X-Men” per la MARVEL, la collana mutante è diventata una delle mie letture favorite, uno di quei pochi fumetti che leggo immediatamente non appena ne ho la possibilità. Ho da sempre apprezzato i disegni di Cassaday, dalla mini di “Union Jack” allo strabiliante “Planetary”, adorando il suo tratto elegante e raffinato, capace di raccontare per immagini qualsiasi scena, in maniera unica e assolutamente personale. Whedon, invece, ho già avuto modo di dire che lo reputo un genio sin da tempi della serie TV di “Buffy the Vampire Slayer”, per cui ha scritto e diretto alcuni fra i più innovativi momenti del mondo dell’intrattenimento visivo. E il quadro si completa dicendo che fra i miei primi amori fumettistici ci sono gli “Uncanny X-Men” di Chris Claremont & John Byrne, glorioso periodo a cui “Astonishing X-Men” fa chiaramente e continuamente riferimento. Tutta la saga si rivela avvincente ed emozionante, mostrandoci un’interpretazione dei personaggi moderna e accattivante, pur nel rispetto delle loro origini e della loro evoluzione. Whedon scava a fondo nella loro storia e nelle loro personalità, “strizzando l’occhio” ai fan con gustose citazioni, ma senza compromettere la freschezza e la leggibilità delle avventure. Cassaday lo accompagna con vignette, inquadrature e tavole che esaltano sia le scene d’azione che le fondamentali scene di dialogo e interazione fra i personaggi, dipingendo in maniera quasi palpabile sui loro volti qualsiasi genere di sensazione ed emozione.
La conclusione della gestione Whedon & Cassaday nello speciale “Giant-size Astonishing X-Men” # 1 è il degno epilogo del loro memorabile ciclo, chiudendo in bellezza l’avventura con questo piccolo capolavoro intitolato “Gone”, pubblicato a Gennaio in Italia su “X-Men Deluxe” # 165 (e se lo hai perso, trova alla svelta un amico che te lo presti o vallo a cercare in fumetteria!). La portata della minaccia al centro della storia è tale da coinvolgere i più importanti eroi del Marvel Universe e dunque permette a Cassaday di confrontarsi con le principali icone della “Casa delle Idee”. L’artist è capace di coglierne subito l’essenza, mentre Whedon li tratteggia alla perfezione con poche battute. Una storia non banale, con un finale a sorpresa e pervaso da una grande carica lirica, specialmente nelle pagine conclusive. Whedon , infine, si dimostra un grande conoscitore dell’affresco narrativo Marvel e specialmente si conferma un incredibile sceneggiatore. Con poche parole, infatti, l’autore riesce a descrivere ben due capisaldi, che sarebbe difficile sintetizzare in maniera più convincente.
Vuoi sapere davvero chi è Spider-Man e quale è il suo rapporto con New York? Basta leggere le prime didascalie della storia…
“Non posso dire “Io amo New York”.
I turisti possono amare New York. Io, che ci sono cresciuto? Che ci ho vissuto tutta la vita, che mi sono arrampicato su tutte le sue pietre e mi sono lanciato da tutti i suoi tetti? Io sono New York.
E’ dentro di me. Nel mio sangue. Come una malattia, ma una malattia buona, come… un tumore benigno.
Sì, è evidente che non sono stato morso da un poeta radioattivo, ma avete capito cosa intendo.”
O sei forse curioso di sapere come sono connessi fra loro gli eroi del Marvel Universe?
“Quando si è parte di un sistema più grande… quando si è coinvolti…
…si capisce quando sta succedendo qualcosa.”
Ma questo è nulla a confronto del finale. Un piccolo gioiello, poetico ed emozionante, la cui lettura ogni volta mi tocca profondamente. Uno splendido arrivederci da parte di Joss Whedon, che personalmente ringrazio per tutto ciò che è capace di darci: momenti in cui la mente riesce a rendere comprensibili e razionali attraverso la parola scritta quelle tensioni, ansie e paure che costituiscono il mistero e al tempo stesso la scintilla vitale dell’essere umano…
“Tutto è così fragile.
C’è tanto conflitto. Tanto dolore.
Si continua ad aspettare che la polvere si depositi e poi ci si rende conto di questo:
la polvere è la tua vita che va avanti.
Se arriva la felicità, quella strana, insostenibile letizia che è la vera felicità…
bisogna afferrarla finché è possibile.
Bisogna prendere quel che si può.
Perché resta un attimo e poi…
scompare.”
1 commento:
Concordo, la storia è splendida e Whedon caratterizza i personaggi splendidamente, al livello di Claremont (magari un pò meno verboso). Geniale poi la trovata per fregare i supereroi accorsi in aiuto agli X-Men, erano inquietanti, sorridenti e sbavanti nel loro mondo autistico!
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